Antonella Del Monaco Psicoanalista, Responsabile del Centro Lacaniano di Psicoanalisi Applicata di Rimini
Ci possono essere dei momenti, nella vita di una persona - bambino, adolescente, donna o uomo che sia - in cui tutto diventa, improvvisamente, difficile, in cui sembra che la propria vita si sia bloccata, non abbia più un senso e ciò che prevale, allora, è un forte disagio o una sofferenza intollerabile.
Può sembrare paradossale ma, in quei momenti di oscurità, di confusione, l’unica chiave che si ha a disposizione, l’unico spiraglio di luce è dato dal proprio sintomo. Curioso! Il sintomo è ciò che fa soffrire ma è anche la bussola che può fare ritrovare, a ciascuno, la propria strada. Come i sassolini lasciati da Pollicino. Il sintomo è una traccia scritta sul corpo e come tale va letta e decifrata. Bisogna, però, saperlo trattare.
Fu Freud - inventore di un nuovo metodo di trattamento dei sintomi, la psicoanalisi - che scoprì che i sintomi non solo hanno un senso rimosso, sconosciuto a colui che ne soffre, ma hanno, anche, una funzione precisa nell’economia psichica della persona. Non si tratta, pertanto, di eliminarli frettolosamente, ma di scoprire la causa inconscia della loro insorgenza, che è legata a dei conflitti inconsci.
Non si tratta, ad esempio, di rivolgersi a qualche specialista che forzatamente, elimini una fobia, ma di avere un luogo per interrogarsi sulla funzione che il proprio malessere svolge nella propria vita.
In una cura orientata dalla psicoanalisi è la persona che lavora attivamente per trovare le risposte che concernano il proprio disagio. Jacques Lacan l’ha chiamato “analizzante” e non “paziente” per mettere in evidenza la parte attiva e la responsabilità etica che dovrà assumersi nella cura. Non è dallo specialista, dall’altro, che dovrà attendersi delle risposte su quello che è e che vuole. In questo senso la psicoanalisi è una tecnica che rispetta la persona umana. Fin da sempre, e ancor prima di nascere, abbiamo avuto a che fare con un altro - familiare, sociale - che ci ha investito delle sue credenze su chi siamo, cosa desideriamo, cosa siamo, che ha intessuto una trama, un romanzo familiare in cui ci siamo, necessariamente, accomodati. L’incontro con un’analista rovescia questa prospettiva.
In una cura analitica, non ci sono risposte “universali” che si conformano alla norma del è così “per tutti”! Ciascuno è sostenuto affinché possa trovare le proprie singolari risposte alle questioni che lo affliggono.
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